Il mio Cammino di San Vili: una scoperta tra natura e cultura

Dal 20 al 24 maggio 2024 percorrerò il Cammino di San Vili, camminando per 110 km da Trento a Madonna di Campiglio, con un dislivello complessivo di oltre 5000 m.

Il Cammino, dedicato a San Vigilio vescovo di Trento nel IV secolo d.C., offre un’esperienza unica tra i paesaggi mozzafiato delle Dolomiti di Brenta e le testimonianze di antiche tradizioni locali.

Dopo ogni tappa, pubblicherò qui un aggiornamento sulla tappa del giorno, arricchito da racconti e foto che catturano l’essenza di questa esperienza unica. Non vedo l’ora di condividere con voi ogni momento di questo viaggio emozionante!


Giorno 1: da Trento a Monte Terlago

Per la mia prima tappa del cammino di San Vili sono partito da Trento e sono arrivato a Monte Terlago, dopo 16,5 km e 980 m di dislivello.

Dopo aver attraversato il ponte sul fiume Adige, in poco più di mezz’ora ho lasciato alle spalle la città e ho iniziato la salita sul versante ovest della valle dell’Adige.

Questo lato della valle è chiamato “Sorasass” ed è caratterizzato da balze rocciose e cenge a strapiombo, con pareti alte fino a 700 m. L’ambiente è roccioso e asciutto, nonostante la bassa quota, mai oltre gli 800 m.

La vegetazione è fitta, il bosco di latifoglie a tratti si apre su viste panoramiche sulla valle sottostante, ancora molto urbanizzata: nella prima parte del percorso si sentono ancora i rumori dell’industria e dell’autostrada.

Il crinale del Sorasass è percorso da una strada militare, e sono ancora presenti molte testimonianze della Prima Guerra Mondiale: molto depositi, rifugi e una fucileria austroungarica. 

Intorno al 10º km l’ambiente cambia repentinamente: lascio la strada militare, volto le spalle alla valle dell’Adige e il sentiero diventa stretto e ripido. Un ultimo strappo e subito inizia la breve discesa al primo lago della Valle dei Laghi.

Il verdissimo Lago di Lamar è una magnifica sorpresa, dapprima intravisto tra gli alberi e poi costeggiato fino a un bel prato dove, arrivato al 13º km, mi fermo a riposare.

Il successivo Lago Santo è meno spettacolare, forse perché meno illuminato dai riflessi del bosco. Dopo pochi minuti arrivo finalmente al Albergo Due Laghi dove farò tappa stasera. 

Questa prima tappa è stata interessante sia per le testimonianze storiche sia per la bellezza del Lago di Lamar, piacevole sorpresa dopo 4 ore di bosco.


Giorno 2: da San Lorenzo in Banale a Vezzano

La seconda tappa è stata molto varia e panoramica, permettendomi di attraversare diversi ambienti e viste sulla valle sottostante. 

Nei primi 6 km ho aggirato il canyon che separa a est San Lorenzo dal versante opposto: questo primo tratto è pianeggiante, ombreggiato e fresco

Dal 6º al 9º km il sentiero costeggia il bordo della Forra di Limarò, scavata nelle Giudicarle Esteriori dalle acque impetuose del fiume Sarca: questo secondo tratto è esposto e molto panoramico. 

Da Ranzo fino a Ciago l’ambiente cambia nuovamente, quando il sentiero si allontana dalla valle: qui il paesaggio è più morbido e aperto, alternando pascoli e boschi di latifoglie

Un’attrazione particolare di questa tappa è la cappella dedicata a San Vigilio, il vescovo di Trento del V secolo che dà il nome a questo cammino. 


Giorno 3: da Saone a Strembo

Nella terza tappa del Cammino sono passato dalla Valle dei Laghi alla Van Rendena, scavalcando il Passo Daone, il punto più alto toccato finora a 1300 m di quota.

La prima parte della salita, sul versante nord della valle, è una costante ma facile salita attraverso il bosco, toccando i borghi di Cerana e Larzana, fino ad arrivare al Passo Daone dove si trova il Rifugio Capanna Durmont.

Qui mi fermo qualche minuto perché sta iniziando a piovere, ma è per fortuna una pioggia molto breve perché dopo circa un quarto d’ora posso ripartire all’asciutto.

Dal Passo inizia la discesa sul versante est della Val Rendena, attraverso un fitto e umido bosco di abeti.

La discesa è rapida e in poco tempo raggiungo Vigo Rendena: da questo punto, percorro la bella pista ciclabile che costeggia il fiume Sarca, risalendo la valle fino a Strembo.

L’aspetto interessante della tappa di oggi è stato scoprire come, anche grazie alla differenza di quota, la vegetazione e il clima dei due versanti e delle due valli è molto diverso: la val Rendena è più alta e quindi più fresca, e la vegetazione è caratterizzata da boschi di abeti rossi.


Giorno 4: Val Genova

Per quest’ultimo giorno di cammino ho deciso di variare il programma ed esplorare la Val Genova, in alternativa all’ultimo tratto meno interessante da Pinzolo a Madonna di Campiglio.

La Val Genova è molto interessante dal punto di vista geologico: è una stretta valle che si sviluppa verso ovest, nel gruppo dell’Adamello.

La Val Rendena, dove si trovano Pinzolo e Madonna di Campiglio, è un solco glaciale, percorso dal fiume Sarca che separa i due più importanti gruppi montuosi del Trentino: 

  • a est le Dolomiti di Brenta, costituite di dolomia, una roccia calcarea porosa, dove le acque colano in profondità, lasciando la superficie asciutta
  • a ovest l’Adamello, costituito da tomalite, una roccia magmatica cristallina, impermeabile, su cui si formano molti laghi, fiumi e cascate

La Val Genova, che parte da Carisolo, frazione di Pinzolo, si inoltra nell’Adamello ed caratterizzata quindi dalla presenza dell’acqua: è chiamata infatti anche “Valle delle cascate” per le numerose spettacolari cascate che scendono dalle ripide pareti laterali. 

Il sentiero è facile, solo in leggera salita, e si alterna per le due sponde del fiume, e si sviluppa attraverso un fitto bosco di larici rossi, interrotto solo dalle soste per ammirare le meravigliose cascate.